martedì 26 luglio 2011

ICE, confermata la Certificazione di Qualità ISO 9001



L'Istituto Nazionale per il Commercio Estero ha visto confermata anche quest'anno la certificazione del proprio sistema di gestione per la qualità secondo la Norma ISO9001:2008. La società SGS, uno dei più importanti e stimati organismi di certificazione a livello mondiale, dopo un'approfondita verifica, ha constatato la conformità del sistema ai requisiti della Norma. La certificazione ISO 9001 riguarda le attività ICE di promozione del Sistema Italia (fiere, workshop, seminari e missioni operatori), di formazione di neolaureati e quadri nazionali e internazionali, del portale www.italtrade.com, dell'Attività di Prima Assistenza alle Imprese della Sede Centrale e dell'organizzazione e gestione tecnica degli allestimenti. Questi processi operativi sono certificati oltre che nella Sede Centrale di Roma, anche presso gli Uffici ICE della Rete Italia - Bologna, Palermo, Perugia, Ancona, Bari e Torino - e gli Uffici della Rete Estera - Istanbul, Madrid e San Paolo. Il processo di miglioramento continuo richiesto dalla Norma ha avuto riscontri e riconoscimenti importanti nel contributo fornito dall'ICE al processo di innovazione e trasparenza della Pubblica Amministrazione. L'impianto strutturale del Sistema ISO ha infatti contribuito e favorito l'adempimento delle più recenti disposizioni normative, come il D.Lgs. 150/2009, relativamente all'efficienza e alla qualità effettiva, la trasparenza, le performance e la valutazione dimostrando la compatibilità e il mutuo accrescimento fra i due sistemi organizzativi. La Qualità all'ICE risponde alla volontà dell'Istituto di migliorare il sistema organizzativo e di gestione interna per rendere sempre più efficace e trasparente l'intervento pubblico a favore delle imprese italiane, con l'obiettivo di soddisfare le esigenze delle aziende e degli operatori impegnati nei mercati esteri. L'Istituto si propone di continuare nel processo di miglioramento e di estensione del Sistema ad altre attività e ad altri Uffici ICE in Italia e nel mondo anche nel corso del 2011/2012.

www.ice.it

venerdì 17 giugno 2011

L’UTILIZZO DELL’AUTORIZZAZIONE GLOBALE INDIVIDUALE

L'Autorità Nazionale competente per il controllo delle esportazioni, del trasferimento, dell’intermediazione ed il transito di prodotti a duplice uso, comunica che l’autorizzazione globale individuale (prevista dal D.Lgs n.96 del 9 aprile 2003 – art.5 ) può essere richiesta, fermo restando quanto già richiamato dal D.Lgs n.96/2003, anche con la presentazione della seguente documentazione:
• Visura certificato camerale attestante i poteri di firma del legale rappresentante o suo delegato;
• Fotocopia del documento d’identità del firmatario;
• Modulo Informativo Autorizzazione globale di esportazione;
• Specifiche tecniche del materiale indicato nella domanda di autorizzazione;
• Operatività consolidata nell’ultimo anno precedente la richiesta di autorizzazione sia per i materiali sia per i Paesi di destinazione, indicando, altresì, per le operazioni di esportazione, gli estremi della fattura o del contratto, le quantità ed il valore dei beni spediti, le categorie e sottocategorie di riferimento, le voci doganali corrispondenti, le generalità (chiaramente individuabili) del destinatario e dell’utilizzatore finale, la data di spedizione ed il tipo di esportazione da effettuare ( definitiva, temporanea o transito ).

L’autorizzazione di esportazione, così come individuata, riguarderà:
- tutti i prodotti a duplice uso riferibili ad una delle voci riportate nell'allegato I del regolamento CE n. 428/2009 ad eccezione di tutti i prodotti specificati nell'allegato IV
- 0C001 0C002 0D001 0E001 1A102 1C351 1C352 1C353 1C354 7E104 9A009.a. 9A117

La presente autorizzazione di esportazione potrà essere richiesta per i soli Paesi di destinazione che partecipano ai regimi internazionali di controllo dei Trattati di non proliferazione (vedere sito www.mincomes.it). L’autorità nazionale potrà prendere in esame, valutandone caso per caso, anche le richieste di autorizzazioni globali, qualora l’esportatore dimostri un’operatività consolidata, sia per i materiali che per i Paesi di destinazione, riferita all’ultimo anno precedente la richiesta di autorizzazione stessa, anche se i Paesi di destinazione richiesti non dovessero partecipare a Regimi internazionali di controllo di non proliferazione.

giovedì 21 aprile 2011

Giappone, per le illuminazioni led la domanda arriva dal risparmio energetico

Le luci a LED consumano la metà dell’energia elettrica assorbita da quelle a neon, che in Giappone sono molto diffuse persino nelle abitazioni. Poiché si stima che l’illuminazione attuale incida per circa il 20% sul fabbisogno elettrico totale, il passaggio al LED consentirebbe un sensibile risparmio energetico. Fra le varie misure per la salvaguardia ambientale, il Governo giapponese ha intenzione di far convertire al tipo LED, ed altri a basso consumo, tutte le illuminazioni del paese entro il 2030. Inoltre, a seguito dell’insufficienza nella fornitura di energia elettrica causata dal recente grande terremoto, fra le famiglie e le imprese si sta rafforzando la coscienza del risparmio energetico, quindi è probabile che il passaggio al LED accelererà. Forti di questa previsione, i vari maggiori costruttori di apparecchiature elettriche si stanno organizzando per assicurarsi la crescente domanda.


www.ice.it

Terza Conferenza nazionale sulla facilitazione del commercio internazionale


Si è svolta lo scorso 22 Febbraio 2011 la Terza Conferenza nazionale sulla facilitazione del commercio internazionale, organizzata dalla Direzione Generale per Politiche di Internazionalizzazione e la Promozione degli Scambi del Ministero dello Sviluppo Economico, durante la quale è stato presentato il Rapporto 2010 sulla trade facilitation che evidenzia i risultati ottenuti dal Tavolo strategico Nazionale ad un anno dalla sua istituzione, del quale fa parte anche ICC Italia. Il Tavolo Strategico, istituito con decreto dirigenziale del 23-12-2009, nasce dall’esigenza di creare un luogo, coordinato da una Entità pubblica, dove analizzare e pianificare le attività necessarie ad assicurare una maggiore diffusione, tra gli operatori nazionali, della conoscenza e dell'utilizzazione delle procedure e degli strumenti operativi, elaborati nei principali fori internazionali - Commissione Economica per l'Europa (UN-ECE), Unione Europea (UE), Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), Organizzazione Mondiale delle Dogane (OMD), etc. - in materia di facilitazione delle procedure di commercio estero; approfondire le criticità emerse finora nell'espletamento, da parte delle imprese, delle procedure di commercio estero; contribuire alla individuazione, a livello nazionale e internazionale, di iniziative volte al superamento di tali criticità. Un momento quindi di dialogo tra Pubblico e Privato al fine di "Promuovere la diffusione a livello internazionale di procedure standardizzate e trasparenti, costituisce una priorità strategica anche nell’interesse del nostro sistema produttivo, caratterizzato da un così spiccato orientamento verso i mercati esteri". Da uno studio OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, è emerso, infatti, che l’insieme delle facilitazioni al commercio (semplificazione delle procedure doganali, riduzione dei tempi di attesa delle operazioni e della documentazione da presentare) contribuirebbe a ridurre i costi delle merci movimentate di almeno il 10% e, da un’analisi dei dati dell’interscambio commerciale dell’Italia dell’ultimo decennio effettuata dal Ministero dello Sviluppo Economico, in Italia ciò determinerebbe un incremento delle nostre esportazioni di circa 30 miliardi di euro l’anno. L’atteggiamento fortemente collaborativo di tutte le amministrazioni pubbliche così come di tutti i soggetti privati a vario titolo coinvolti nelle operazioni di import/export conferma l’importanza riconosciuta alla facilitazione del commercio internazionale quale fattore determinante della crescita economica della nazione e della sua competitività in un contesto di forte e talvolta sleale concorrenza.

Fonte:

www.mincomes.it

Basilea 3: per Confcommercio, ecco come evitare il rischio boomerang per le PMI



Basilea 3, il nuovo accordo approvato dal comitato dei governatori delle banche centrali che impone requisiti patrimoniali più severi per l'operatività delle banche, rischia di trasformarsi in un boomerang per le piccole e medie imprese. A lanciare l’allarme é Confcommercio che sottolinea il rischio di un’ulteriore stretta al creditizia per le imprese. Unica soluzione possibile ad un accordo necessario come spiega Fabio Fulvio, direttore marketing e credito di Confcommercio, é " un più stretto rapporto di collaborazione tra associazioni di categoria e i consorzi fidi".

Per Basilea I il principio era che a ciascuna operazione di prestito deve corrispondere una quota di capitale regolamentare da detenere a scopo precauzionale. Un principio che4 con Basilea II é cambiato. L’accordo del 2001 imponeva che la copertura fosse correlata al rischio delle operazioni. E’ oggi sotto gli occhi di tuti che in alcuni paesi la percezione del rischio era diversa tanto da catalogare come poco rischiose operazioni che poi si rivelavano ad alto rischio. Basilea 3 nasce da un’esignza concreta ed é impensabile tornare al vecchio. Si riporta in alto l’astcella dei rischi ed é sempre meno possibile portare avanti operazioni border line.

Quali sono i rischi per le piccole e medie imprese?

Basilea 3 potrebbe trasformarsi in un boomerang perché ottenere prestiti potrebbe diventare sempre piú difficile data la necessitá delle banche di garantire una copertura minima per le operazioni.

Se Basilea 3 é necessario, come evitare che le banche chiudano i rubinetti del credito?

Maggiore supporto e collaborazione tra associazioni di categoria e consorzi fidi. Il problema non sono le regole, ma é la pratica. Le banche sono restie ad erogare prestiti a piccole imprese. Se un istituto di credito deve erogare un prestito ad una grande impresa puó basare la sua decisione sul bilancio, ma nel caso di piccole imprese, di attivitá commerciali, i bilanci ci dicono poco sulla solvibilitá del creditore, sulla sua affidabilitá, bisogna basarsi su altri criteri, su informazioni "soft" che non compaiono sui bilanci. Solo chi conosce il territorio saprá che un’attivitá esiste da decenni e conosce la correttezza del suo titolare. Le banche non conoscono a fondo il mondo della piccola imprenditoria, per questo entrano in gioco le associazione e i confidi che sono piú vicini a queste realtá territotriali.

Per arginare l’effetto Boomerang dei Basilea 3 come si stanno muovendo le associazioni?

Le banche locali sono sicuramente piú vicine al territorio e piú disposte a sostenere i confidi, ma in nItalia ci sono problemi di specificitá produttive territoriali. Lungo la penisola si sviluppano una serie di distretti industriali e la crisi ha doimostrato di riuscire a trascinare nel baratro intere aree industriali. In un momento come questo, quindi, le banche locali sono piú esposte di quelle che operano su tutto il territorio. Per questo stiamo lavorando a dei tavoli territoriali per condividere le nostre conoscenze con gli istituti di credito.

Basilea 3 quindi si coniuga difficilmente con la realtá italiana?

Le peculiaritá del sistema italiano, cosi’ come la capacitá delle nostre banche di resistere alla crisi economica hanno anche fatto pensare alla possibilitá di chiedere regole diverse. Sarebbe stato meglioper noi che non abbiamo visto crollare le banche avere un sistema piú elastico? Forse, ma sarebbe stato complicato, meglio regole uguali per tutti.


Fonte:

www.euroreporter.eu

Quotazione record dell’oro

Nuovo record dell’oro, che da qualche giorno continua ad oscillare intorno ai 1500 dollari l’oncia.

Ad incoraggiare l’aumento della richiesta ha contribuito il momento di grande incertezza che tutte le grandi economie del mondo stanno attraversando, dall’inflazione in Cina, alle nuove tensioni in Europa sui fondi da destinare agli stati membri che non rispettano le regole di Maastricht.

L’ultimo baluardo a frenare la corsa all’oro è crollato pochi giorni fa, quando l’agenzia di rating americana Standard and Poor’s ha annunciato il declassamento dell’outlook sul debito pubblico americano, da stabile a negativo. Così uno dei prodotti finanziari più appetibile per gli investitori, i titoli di stato USA, è diventato di colpo meno appetibile, questo a vantaggio, appunto, della richiesta di oro.

E’ importante ricordare che l’oro è cresciuto nell’arco d tutto il 2010 di 32 punti percentuali.

Lo stesso trend positivo si riscontra anche per l’argento, che nell’arco del 2010 è cresciuto di più del 50%.


www.cashgold.eu